
VIVIAMO INSIEME I MISTERI DELLA SETTIMANA SANTA
Commenti e letture delle celebrazioni
Domenica delle Palme
Il compendio della celebrazione odierna è offerto già nella monizione, che introduce la processione delle Palme: «Questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore… Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione… Chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce per essere partecipi della sua risurrezione». Vertice della liturgia della Parola è la lettura della Passione: è a questo centro che occorre volgere l’attenzione, più che alla processione delle palme. I ramoscelli d’ulivo non sono un talismano contro possibili disgrazie; al contrario, sono il segno di un popolo che acclama al suo Re e lo riconosce come Signore che salva e che libera. Ma la sua regalità si manifesterà in modo sconcertante sulla croce. Proprio in questo misterioso scandalo di umiliazione, di sofferenza, di abbandono totale si compie il disegno salvifico di Dio. Nell’impatto con la croce la fede vacilla: il peso di una forca schiaccia il Giusto per eccellenza e sembra dar ragione alla potenza dell’ingiustizia, della violenza e della malvagità.
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Giovedì Santo – Messa della Cena del Signore
“Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.” Oggi Dio si mette ai nostri piedi. La nostra superbia, i giudizi, le pretese, l’ira, la maldicenza, l’arroganza, la sfrontatezza, il nostro orgoglio si infrange su quest’amore che non può neanche essere immaginato. L’amore sino alla fine. L’amore di Gesù che percorre tutto il cammino che lo conduce sino al fondo delle nostre vite. Sino ad inginocchiarsi dinanzi ai nostri delitti, ad ogni peccato, grande o piccolo che sia, che infanga i nostri piedi. In ginocchio per perdonarci. Per lavare ogni macchia. Lasciamoci stupire da un amore mai conosciuto. Un amore che non giudica, non esige, non chiede. Un amore che ama sino alla fine di noi stessi, agli angoli bui e irrisolti delle situazioni che ci tolgono pace e gioia. Sino alla fine di ogni nostro fallimento. Sino alla fine del peggior lato del nostro carattere. Sino all’ultima nostra debolezza. Sino alla fine dell’ultimo peccato inanellato. Un amore che brucia e cancella, che salva tutto quanto sembra perduto, che ricrea tutto quanto sembra morto e imputridito. Un amore che colma l’esistenza di senso e vita nuova. Un amore fatto pane, da mangiare per essere saziati. Un amore fatto vino, da bere per colmare ogni sete. Un amore che guarisce e dona pace e gioia. Un amore che stupisce e risuscita e ci sospinge nella vita ricolmi dello stesso amore, per amare, per inginocchiarci a nostra volta dinanzi a chiunque appaia nelle nostre ore mendicando esattamente quello che abbiamo mendicato noi, sino a questo giorno. L’amore di Dio in Cristo Gesù, annientatosi e fattosi servo, l’ultimo, il più piccolo di questa terra, per farci suoi fratelli, salvati, amati. Per fare della nostra vita un miracolo d’amore.
Download “Letture del Giovedì Santo – Messa della Cena del Signore” – Scaricato 0 volte –Venerdì Santo – Adorazione della Croce
Il rifiuto di un popolo riassume, in un certo senso, il rifiuto, l’ottusità, l’incredulità dell’uomo di ogni tempo, posto di fronte ai valori di verità, di giustizia e di amore che Dio ha rivelato in Gesù. La fede professa che il Giusto «morì per i nostri peccati» (1 Cor 15,3): a motivo dei nostri peccati, del peccato universale di tutta la famiglia umana; ma soprattutto morì a vantaggio di noi, per la remissione dei peccati di tutti: Dio infatti ci ha perdonati e riconciliati a sé per il sangue di Cristo (cf Il catechismo dei giovani, pp. 146-150). Il gesto dell’adorazione della croce diventa significativa risposta al dono immeritato, e avveramento della parola profetica: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto!» (Zc 12,10; Gv 19,37). Gesto di fede e di amore, riconoscimento della regalità salvifica di Cristo e della speranza nata dalla croce; gesto di penitenza, ma anche di impegno a vivere nell’obbedienza a Dio e a promuovere con tutte le forze la verità e l’amore. Di tutto il brano della Passione, c’è un passo che porta a riflettere: “Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!»”. L’unica persona, infatti, che alla fine della vicenda terrena di Gesù, crede in Lui è il Centurione. Non solo perché lo ha visto morire, ma perché lo ha visto morire in un determinato modo: Gesù muore glorificando Dio! La comunione eucaristica, che conclude l’azione liturgica, rende partecipi della morte gloriosa di Cristo e dei suoi frutti: è inserimento nell’alleanza sigillata nel sangue dell’Agnello; è accoglienza dello Spirito sgorgato dal costato di Cristo e che permette già ora di partecipare alle nozze dell’Agnello, che avranno il loro pieno compimento nella festa del cielo.
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Sabato Santo – Veglia della notte Santa

Per antichissima tradizione questa è «la notte di veglia in onore del Signore» (Es 12,42), giustamente definita «la veglia madre di tutte le veglie» (s. Agostino). In questa notte il Signore «è passato» per salvare e liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitù; in questa notte Cristo «è passato» alla vita vincendo la grande nemica dell’uomo, la morte; questa notte è celebrazione – memoriale del nostro «passaggio» in Dio attraverso il battesimo, la confermazione e l’eucaristia. Vegliare è un atteggiamento permanente della Chiesa che, pur consapevole della presenza viva del suo Signore, ne attende la venuta definitiva, quando la Pasqua si compirà nelle nozze eterne con lo Sposo e nel convito della vita (cf Ap 19,7-9). La successione dei simboli di cui è intessuta la Veglia esprime bene il senso della risurrezione di Cristo per la vita dell’uomo e del mondo:
- Liturgia della luce: il mondo della tenebra è attraversato dalla Luce, il Cristo risorto, in cui Dio ha realizzato in modo definitivo il suo progetto di salvezza.
- Liturgia della parola: le 7 letture dell’Antico Testamento sono un compendio della storia della salvezza. Nella consapevolezza che la Pasqua di Cristo tutto adempie e ricapitola, la Chiesa medita ciò che Dio ha operato nella storia.
- Liturgia battesimale: il popolo chiamato da Dio alla libertà, deve passare attraverso un’acqua che distrugge e rigenera. Come Israele nel Mar Rosso, anche Gesù è passato attraverso il mare della morte e ne è uscito vittorioso. Nelle acque del battesimo è inghiottito il mondo del peccato e riemerge la creazione nuova.
- Liturgia eucaristica: partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre se stessa in sacrificio spirituale per essere sempre più inserita nella pasqua di Cristo. Egli rimane per sempre con i suoi nei segni del suo donarsi, perché essi imparino a passare ogni giorno da morte a vita nella carità.
